mercoledì 30 ottobre 2013

Travaglio e Parto: la Mia Esperienza!

mamma col pancione
di Moira Prete
Una cosa da dire di sicuro sul travaglio e il parto è ... che non bisogna mai farselo raccontare da una donna che ha appena partorito! Fidatevi!
E forse è il caso di soffermarsi un minuto sul concetto di "appena". 

Definizione di Appena: Con valore limitativo, con difficoltà, scarsamente, pochissimo -

Ecco diciamo che nello specifico il "valore limitativo" o il "pochissimo" vanno intesi e rapportati al concetto ...  non dico di eternità ma di vita intera sicuro! Quindi attendete almeno qualche mese prima di entrare nei dettagli del racconto.
Questo perché una donna che ha appena partorito (parlo di parto naturale) potrebbe essere stanca, arrabbiata, frustrata e soprattutto sofferente sia fisicamente che emotivamente. Quindi, se attendete qualche tempo, è più probabile che il racconto sia interpretato e spiegato in modo più conscio e "oggettivo" e che tutto il maremoto emotivo sia stato decantato. 


Ehi non aspettatevi che vi dicano che il travaglio e parto siano stati una passeggiata o che possano essere paragonati ad un mal di gola! O peggio che non ci sia stato nessun tipo di dolore. Proprio no! Semplicemente, attendendo un po', si passa da racconto di puro terrore a che ne so? Thriller?! Suspense?! Insomma un po' più "ascoltabile" senza incorrere a traumi per l'ascoltatore!


Ma arriviamo al dunque! 

Il tutto è partito 8 giorni dopo la data presunta di nascita ed è cominciato con la:


Rottura delle acque: 

Non pensiate che quando si rompono le acque accadano scene da film. Non serve allarmarsi e fare le corse in Ospedale. È comunque necessario andare in Ospedale entro 2 ore dalla rottura delle acque anche se le contrazioni non sono partite. Questo per evitare che il bambino rimanga a lungo con poco liquido amniotico.
Per dare un'idea della mia tempistica mi sono fatta una bella doccia (era notte) mi sono preparata e dopo un'ora ci siamo recati in Ospedale.

Da dove si entra in Ospedale per partorire?

Sembra una domanda sciocca ma se non me lo avessero detto durante i corsi io credo che sarei andata direttamente in reparto. Invece si passa sempre per il Pronto Soccorso dell'Ospedale.  


Induzione al travaglio:

Naturalmente questa non è una prassi, dipende sempre dai casi, ma quando si rompono le acque e le contrazioni non sono partite entro un determinato tempo, si ricorre all'induzione al travaglio e parto. Nel mio caso visto che tutto taceva si è ricorsi al Gel di Prostaglandine. Lo "svantaggio" dell'induzione al parto è che quando le contrazioni partono sono da subito belle potenti e abbastanza ravvicinate.
Nella mia esperienza sono partite alle 11 del mattino e si sono concluse alle 19.15 quando è uscito il fagiolino. Tutto sommato non male dai!

Frustrazione:

     È una sensazione che ho provato dopo qualche tempo dall'inizio delle contrazioni perché il dolore c'era ma era poco "efficace" per favorire la dilatazione. Questa è quella che viene definita fase dei "Prodromi". Sono delle contrazioni che fanno partire un po' tutto il processo e (quando non sono indotte) generalmente non sono molto ravvicinate tanto che si suggerisce di non andare in Ospedale durante questa fase perché di fatto è solo una fase preparatoria. Si dice che durante questa fase un tempo le donne continuassero a fare i loro lavori nei campi o comunque continuassero con ile loro faccende domestiche. Forse perché i tempi sono cambiati o forse perché sono meno stoica delle mie nonne, per me questa fase è stata un po' frustrante. Ho avuto la sensazione di soffrire tanto per niente. Inoltre durante questa fase il personale Ospedaliero non può fare granché quindi sei sola a soffrire e per giunta non a casa tua. Mi ha aiutato andare sotto la doccia e ... piangere. È stato più uno sfogo di rabbia ma mi ha aiutato.
     Altro aiuto essenziale è stata la presenza di mio marito che in due o tre momenti mi ha proprio "riportata in carreggiata". Soprattutto durante il travaglio vero e proprio. Vi dico solo che ad un certo punto dalla mia bocca è uscita questa frase: "Bene! Più di così non so come fare! Ora ve la partorite voi la bambina!". Ve lo devo descrivere lo sguardo che si sono scambiati l'ostetrica e mio marito? 

Aiuti durante il travaglio e parto:

Alcune cose mi hanno molto aiutata eccole:
  • La presenza di mio marito. Non alzate gli occhi al cielo, per quanto mi riguarda aver avuto vicino una persona capace di sostenermi senza andare in panico o senza blaterare per niente mi ha permesso di non sentirmi sola e di avere un punto di rifermento solido. Certo ho partorito io e il dolore lo sentivo io ma almeno ha avuto il buon senso e la bravura di starmi vicino esattamente nel modo in cui mi serviva.
  • Rimedi Omeopatici credo mi siano serviti molto. 
  • Travaglio in Acqua. Si dice che il dolore percepito diminuisca del 50-60% ... non so con quale criterio lo abbiano stabilito. Il dolore si sente, senza dubbio in modo più attenuato, ma il punto è che lo stare in acqua mi ha permesso di sentire il corpo più leggero e mi ha pervaso anche una sensazione di benessere. Purtroppo nell'Ospedale dove ho partorito non è prevista la fase di espulsione in acqua ed è un gran peccato, ma decisamente la fase acquatica è stata un toccasana!
  • Vocalizzare. Io non pratico lo Yoga normalmente, ma durante la gravidanza ho seguito un bel corso di Yoga per Gestanti (Progetto Nascere Meglio) che tra le varie cose mi ha insegnato ad utilizzare la voce in modo ottimale ai fini del parto. Non ci crederete ma in più occasioni ho sentito chiaramente che la voce ben indirizzata, mi permetteva di dilatare ed incanalare la bambina. Vi assicuro che non sono sciocchezze. So che in alcuni Ospedali non è permesso alle partorienti di usare la voce e per come la vedo io è una grande mancanza! 
  • Libertà nello scegliere le posizioni a me più comode durante la fase di parto fuori dalla vasca. Anche questo è un aspetto fondamentale per riuscire a rendere più efficaci le spinte. Non tutti gli Ospedali permettono alle partorienti di usufruire di questa preziosa opportunità ed è un gran peccato.
  • Personale preparato, disponibile e gentile. Non è da poco questo ultimo punto. E purtroppo non è nemmeno scontato. Approfitto di questo post proprio per ringraziare di cuore le Ostetriche e il personale dell'Ospedale all'Angelo di Mestre. Certo probabilmente è più facile essere disponibili ai ringraziamenti quando tutto va bene, non lo nego, ma come è giusto sottolineare i difetti e le mancanze mi pare corretto ringraziare, apprezzare e riconoscere quando viene fatto un "buon lavoro". 

Sensazioni:

     Da un certo punto in poi, quando si è in pieno travaglio e sicuramente durante il parto, ci si sente come in trance. È una sensazione che aiuta la donna a concentrare tutte le forze e le energie ai fini del parto. È anche per questo motivo che è opportuno che le persone che vi sono vicine durante il parto stiano in silenzio e vi lascino in pace. In questo modo ci si concentra meglio e non si sprecano fondamentali energie. 
     Il dolore si prova solo durante la contrazione. Sembra quasi impossibile da credere eppure tra una contrazione e la successiva non si sente proprio nulla! Tanto che io mi addormentavo tra una contrazione e l'altra.
     Non c'è tempo o spazio per la vergogna o l'imbarazzo. Lo dico perché io sono un po' pudica. Per darvi un'idea non riesco ad usare il topless in spiaggia perché non mi sento a mio agio. Non faccio tante storie quando vado dal ginecologo ma anche lì c'è un po' di difficoltà. Dentro di me quindi un po' temevo il fatto di trovarmi in situazioni "poco eleganti". Bene! Quando stai per partorire di questo aspetto non ti importa proprio un bel niente! Ve lo assicuro!

Paure:

Io da sempre ho avuto il terrore del dolore del parto. L'ho sempre immaginato come una cosa inaffrontabile per me. Nonostante questo grande timore ho deciso di non richiedere l'anestesia epidurale e questo non per megalomania o per mettermi alla prova o per dimostrare qualcosa a qualcuno, semplicemente ero - paradossalmente - più serena così. Dentro di me sentivo che sarebbe stato più giusto per la mia bambina. Vorrei chiarire che non mi permetto assolutamente di giudicare o criticare chi fa altre scelte (cesareo o anestesia epidurale) dico semplicemente che per me l'anestesia epidurale non mi avrebbe reso più serena nell'affrontare il parto. Per quanto riguarda il parto cesareo c'era sempre la possibilità che potesse diventare necessario quindi, a malincuore, lo avrei accettato ... credo!
Non so come accada, forse i nove mesi di gestazione, forse i corsi che si fanno o forse vedere che tante donne partoriscono ogni giorno, ad ogni modo sono arrivata al giorno del parto che la paura per il dolore era veramente l'ultimo dei miei problemi. Non avevo panico non so come dire per rendere bene l'idea ma ... mi sentivo pronta.
A pensarci bene c'è stato anche un altro piccolo episodio che mi ha rassicurato. Una mia amica che ha partorito pochi mesi prima di me e che aveva la mia stessa paura del dolore del parto un giorno mi ha detto: "Moira, si fa!". E la sua espressione erano sereni e convinti. Credo che dentro di me una vocina mi abbia detto: "Se lo ha fatto lei che è come te..."

Parto:

La fase di spinta vera e propria è durata un'oretta. Ricordo che si tratta della mia esperienza, purtroppo (o per fortuna!) non è generalizzabile. 
Di tutta quella fase la sensazione forte che ricordo con chiarezza è il guizzo che ho sentito nel momento in cui è uscita la testina. Purtroppo non riesco a spiegarlo meglio! Se dovessi tradurre quella sensazione con un suono sarebbe ... BLUP! È stato uno dei momenti in cui sono "ritornata alla realtà" dalla fase di trance. 
Fatto questo è stato tutto veloce! L'uscita del resto del corpicino non l'ho sentita e nemmeno quella della placenta.

Subito dopo il Parto:

  • La cosa che (a ripensarci) mi è mancata è stata quella di abbracciare subito la mia stellina. Non me ne sono resa conto subito perché ero molto stanca. Ginevra è stata portata in patologia neonatale per un po' e quindi questa primissima dolce sensazione di tenerla subito in braccio mi manca. Ma ricordo che me l'hanno avvicinata prima di portarla via e ... ci siamo presentate. Lo so che sembra freddo detto così ma questo è proprio ciò che è accaduto!
  • Una cosa che invece non mi è proprio mancata sono stati i punti di sutura che mi hanno applicato. Non so quantificare il tempo e nemmeno il numero di punti. So solo che secondo me il medico ha fatto un gran lavoro di ricamo e cucito cambiando filo ... e forse ha lavorato anche con i colori!! Dolore? Non si può certo parlare di dolore è che quando hai partorito l'interruttore si spegne. Non hai più voglia di star lì a farti cucire o a sentire altri fastidi. L'unica cosa che desideri - almeno per me è stato così! - è che ti lascino tutti in pace e ti facciano riposare. Quindi la fase di applicazione dei punti - anche questa è una cosa che non capita a tutti, ho tante amiche che non hanno avuto nessun punto di sutura dopo il parto - io l'ho vissuta come una gran rottura!!

Post-Parto:

  • Un'unica cosa mi è pesata e mi ha lasciata un po' sconcertata dopo il parto. La perdita del controllo del pavimento pelvico. Il pavimento pelvico è l'insieme di muscoli e legamenti che supporta i visceri della zona inferiore del bacino (utero, vescica, uretra, retto, canale vaginale e canale anale). Dopo il parto tutta quella zona diventa un po' "anestetizzata", non si riesce a controllare bene. Tranquilli che nel tempo, piano piano e facendo esercizi si recupera del tutto la funzionalità. Ad ogni modo, per quanto mi riguarda, è stata una situazione che ho vissuto con un po' di difficoltà.
  • Probabilmente si è un po' deboli, molto spesso manca ferro e quindi si sente un po' di più la fatica fisica. Magari nel periodo immediatamente dopo il parto non andate a fare visite o camminate tenendo il bimbo in braccio. Usate navette o carrozzine o fatevi aiutare e tenete il bimbo in braccio da sedute o sdraiate. Io non avevo ben chiara la mia sensazione di debolezza e sono andata a fare uno dei primi controlli con la bimba in braccio. Ad un certo punto l'ho consegnata in mano a mio marito perché sentivo di non farcela ... e avevo in braccio solo 3 kg di bimba!
Ecco ragazzi! Questa è stata la mia prima esperienza e questa è stata la mia storia. Concludo col dire che un'altra frase che ho ripetuto più volte (mi sembra 2) durante il travaglio è stata, rivolta a mio marito: "Ginevra sarà sicuramente figlia unica perché per me basta così!". Ora che è passato un po' di tempo se la mia bambina rimarrà figlia unica non sarà certamente perché non ho voluto partorire nuovamente. Lo dico sinceramente che se aspettassi ancora un bambino sicuramente cercherei di fare nuovamente il parto naturale.

Volete raccontarmi la vostra esperienza? Mi farebbe piacere leggervi!

A presto!

Moi


Posted by Moira Prete

Immagine di Moira Prete



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