lunedì 19 agosto 2013

A Cena Con La Bimba.

di Moira Prete
Non so quanto sia di buon auspicio cominciare con un post del terrore. Ad ogni modo da qualche parte bisognerà pur cominciare! E che l'esperienza che sto vivendo in questo periodo fatalità per me sia un po' inquietante ... Pazienza! Vorrà dire che le nuvolette e i cuoricini li lasceremo per un altro momento.

Siamo in pieno svezzamento. Quale teoria sto seguendo? Un miscuglio di ciò che suggeriscono in questo periodo. Metodo classico, dove si introducono pochi cibi alla volta e ben frullati e autosvezzamento, che consiste nel lasciar mangiare ciò che più aggrada alla creatura scegliendo tra i cibi presenti in tavola. Poco importa se non ha denti e se fino a ieri la sua idea di nutrimento consisteva nel mio seno caldo, con latte abbondante, alla giusta temperatura e quasi totalmente sicuro. (Quando era piccolissima le è andato di traverso per la prima volta ... Assicuro che in quell'occasione non mi è parso poi così innocuo!).

Siamo in piena estate. Il caldo è furibondo. Come dire? Non è che ti venga voglia di mangiare cose calde e magari "comode" da far assaggiare alla bimba. Tanto per dire: una bella caprese. Ok per il pomodoro, glielo tagli a pezzettini microscopici senza la pelle e diventa un cibo abbastanza safe. E la mozzarella? Bhe quella proprio no! E allora cosa fai? Solo pomodoro? (ps: con le nuove teorie il pomodoro e gli alimenti potenziamente allergizzanti possono essere introdotti da subito)

È per questo motivo che utilizzo un po' delle due teorie di svezzamento. Tanto che ho coniato un nuovo termine che diventerà famoso forse nella mia cerchia familiare. ah ah! Svezzamento secondo il metodo MammaMoi!! 
A parte gli scherzi, visto che ho trovato un po' di difficoltà a far parte di questa nuova generazione di "mamme in balia di mille teorie di svezzamento" ho proprio pensato di fare un post di suggerimenti pratici proprio su questa delicata fase di crescita del bimbo.

Scusa e il racconto del terrore? 

Eccolo!


Mia figlia si strozza in continuazione! 

Questa cosa di far scegliere al bimbo il cibo che preferisce implica che il cibo stesso non sia di fatto omogeneizzato ma presenti le caratteristiche proprie dell'alimento. Quindi una zucchina va tagliata in piccoli pezzettini, la pasta (ben cotta si intente) idem, il riso si da così com'è. Ecco che ti trovi in montagna, ordini canederli, li fai vedere alla creatura che si butta sul cibo come se stesse morendo di fame, la blocchi, prendi con la forchettina un pezzo microscopico dell'alimento e glielo dai. Un secondo dopo iniziano una serie di espressioni al cardiopalma, inizia il riflesso del vomito, occhi rossi, manca il respiro, tu hai un attacco cardiaco, le batti sulla schiena, infili il dito in bocca e togli l'arma del delitto. A quel punto la bimba continua a fare le sue cosine come nulla fosse e tu e tutti i commensali uscite dal locale per cercare di riossigenarvi.

"Questo accade perché hai dato una cosa troppo stopposa." suggerisce un'amica "Devi dare del pane vecchio del giorno prima, un pezzo di bordo della pizza, verdura bollita, ricotta, robiola, stracchino, pezzi grandi, pezzi piccoli ..." e tu impazzisci e puntualmente si ripresenta la scena dell'orrore.

Ehi ragazzi! Non sono così sprovveduta e ho anch'io del buon senso. Ho raccontato questa avventura semplicemente per dire che a volte bisogna provare e sperimentare. Purtroppo a volte il nostro metro di giudizio va un po' oltre quelle che sono le possibilità del nostro bimbo. È vero che una mamma conosce il suo bambino, ma è altrettanto vero che essendo una persona a sé a volte quello che noi riteniamo sia in grado di fare magari è un po' sopravvalutata.
Forse in questo caso è opportuno fermarsi, osservare, riflettere e magari fare un passo indietro e ricominciare.

Non so se questa mia esperienza possa essere risultata utile a qualcuno. Sono felice di averla condivisa e mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.

A presto!

Moi


Posted by Moira Prete


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